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martedì 27 novembre 2012

Daredevil, Bring Me to Life

Daredevil - Matt Murdoch/Daredevil (Ben Affleck)
Perché io posso. È la puntuale risposta dell’eroe alla domanda preoccupata, "Perché tu?". Vale anche per il sottovalutato Daredevil (2003, di Mark Steven Johnson).

di Luca Ferrari

Atmosfere gotico-vendicative. Erede incompreso del Il corvo (1994, di Alexander Proyas). Lontano anni luce dagli attuali consanguinei marvelliani Capitan America, Thor e Iron Man. Una missione nata nel segno dell’ingiustizia e della perdita paterna. Una vita di rinunce nel nome della tutela dei più deboli. E come se il fardello non fosse già abbastanza pesante (lancinante), un sogno d’amore infranto. Strappato via dall’omicidio più spietato. E ancora una volta la pace si fa oscura. Le cicatrici schiumano. E la risposta è una resa dei conti sacrificale.

Se Bruce Wayne è un miliardario sceso a difendere la decadente Gotham City, Matt Murdoch (Ben Affleck) è un avvocato cieco che offre assistenza legale (spesso per pochi spiccioli) per le persone più deboli nel quartiere newyorkese di Hell’s Kitchen. E quando la giustizia si dimostra troppo indulgente con assassini e stupratori, lui si trasforma. Sotto una tuta in lattice rosso svolazza tra i tetti. Da ragazzino ci vedeva. Poi un incidente gli fece perdere la vista ma col tempo scoprì di avere potenziati tutti gli altri sensi. E iniziò una seconda vita che ulteriormente cambiò con la morte del padre Jack (David Keith).

Ogni eroe ha la propria nemesi. Se il Batman di Christopher Nolan ha avuto nel Joker (Heath Ledger) la massima apoteosi, Daredevil ha uno stralunato pazzo irlandese con un mirino tatuato sulla fronte. Il suo nome è Bullseye (uno straordinariamente viscido Colin Farrell), ingaggiato da capo mafia Kingpin (Michael Clarke Duncan).

Il sicario arriva e lascia il segno. Prima ammazza l’ex-socio in affari Nikolas Natchios (Erick Avari), quindi sua figlia Elektra (Jennifer Garner) dopo che questa ha appena ferito quasi mortalmente Daredevil scambiato per errore per l’assassino del padre. Socio ma con molta meno moralità di Matt, Franklin "Foggy" Nelson, interpretato da Jon Favreau, futuro regista, tra gli altri, di Iron Man (2008) e Iron Man 2 (2010).

Poderosa la colonna sonora che contribuì a lanciare la metal band americana Evanscence. Se nella scena del funerale del padre di Elektra, insieme alla pioggia si ode My Immortal, poco dopo la ragazza si sta allenando per vendicarsi di Daredevil e lui stesso si prepara per affrontarla senza alcuna brutta intenzione (Elektra non sa che sotto la maschera c'è il suo ragazzo Matt). Tra sguardi e coltelli lanciati, sale in cattedra la possente Bring Me to Life.

Ci sono cicatrici che non diventeranno mai germogli di serenità. Ma va bene così. Non tutti siamo nati per rimanere a casa quando le tenebre invadono l’anima e le strade. Ci sono angeli oscuri che vegliano su di noi. Decisi a colmare quelle falle del sistema che troppo spesso lascia la povera gente in balia di mostri senza pietà. Una missione per alimentare una speranza. Ispirare una città fatta di eroi. Ispirare un mondo dove chiunque possa reputarsi capace di cambiare le sorti avverse. 

Non sono l’unico ad averlo capito. Come la paziente Mary Jane (Kirsten Dunst) spronava l’amato Peter Parker (Spiderman) a catturarli tutti con le delicate parole Gog’em, tiger, così il giornalista Ben Urich (Joe Pantoliano), scoperta la vera identità di Devil, al momento di mandare in stampa lo scoop, cancella tutto. Esce di casa. Guarda in alto. Si accende la sigaretta. Lo vede in cima a un tetto, e sussurra, All’attacco Matt!

Il trailer di Daredevil

Daredevil - Elektra (Jennifer Garner) e Daredevil (Ben Affleck)
Daredevil - il viscido Bullseye (Colin Farrell)
Daredevil (2003, di Mark Steven Johnson)

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