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venerdì 8 febbraio 2013

Valjean o Javert? Gli occhi dolci di Cosette

Les Miserables - Cosette (Amanda Seyfried)
Commozione e lotta. Lacrime e rivoluzione. Tom Hooper trasporta sul grande schermo il musical tratto dall'opera letteraria Les Miserables di Victor Hugo.

di Luca Ferrari

C’è stato il sangue. Le catene. L’abbandono. La solitudine. La paura. La lotta. Adesso però è tutto lontano e il mondo s’inchina alle dolci lacrime commosse di una fanciulla, Cosette (Amanda Seeyfried). È il giorno del suo matrimonio. Ha consacrato il suo amore per il giovane e coraggioso Marius (Eddie Redmayne). Del padre adottivo Jean Valjean (Hugh Jackman) non ha più avuto notizie. È misteriosamente scomparso. Poco dopo le nozze il novello sposo scopre due imbucati. Sono i malvagi coniugi Thenardier. Da lui riesce a sapere dove  quell’anziano si è ritirato. La festa può aspettare. Le carezze di una figlia, no.

...ai miei sogni avevo insegnato a non guardare mai in basso, poi è arrivata la pioggia, il sole, la neve e mi sono ritrovato senza più nemmeno una mano da tenere/… di che colore potrà mai essere il cielo se potremo un giorno sostituire queste barricate con un dono semplicemente ricoperto da un fazzoletto bisognoso?/… quanto tempo saresti disposta a tracciare col tuo sguardo perché le nostre gote non cessino mai di essere così calde?...

Victor Hugo irrompe nel XXI secolo con il sangue ottocentesco di Les Misérables formato musical, riadattato per il grande schermo dal regista premio Oscar, Tom Hooper. Il panorama non è cambiato. Rivoluzioni popolari stroncate nel sangue. Donne licenziate per gravidanze indesiderate. Ingiustizie costanti. Poveri sempre più poveri. Anime solitarie che si sacrificano. 

Ma è davvero così lontano tutto ciò? Nei decenni successivi l’orrore non ha smesso di far visita al genere umano. Lo ha creato lui stesso. E qual è la differenza con il mondo contemporaneo? Internet? L’AK47 invece della baionetta? C’è troppo odio tra la gente perché il giorno del Giudizio non sia vicino, dice un rivoluzionario parigino.

La Francia è in subbuglio. Un uomo cerca la sua strada. Condannato ai lavori forzati ne esce dopo vent’anni. Troppi per chiunque per non portarsi dietro cicatrici perenni. Una volta fuori subisce pure il dito puntato e l’allontanamento da parte di tutti. Peggio di una bestia. Finendo picchiato e affamato. Lui come altri. Ancor più drammatica la sorte per la povera Fantine (Anne Hathaway), che arriva perfino a vendere i suoi capelli e a prostituirsi pur di racimolare qualche franco per la figliola.

Valjean e Fantine, padri putativi dei tanti Stefano Cucchi morti nell’indifferenza e per mano della mera brutalità umana. Quante vite si sono arrese chilometri e miglia prima della linea del traguardo? Ma sulla strada di Valjean c’è il Vescovo di Digne (Colm Wilkinson). 

Da lui viene sfamato. Riscaldato, ma lo ripaga rubandogli tutta l’argenteria. Messo dinnanzi al fatto compiuto dai gendarmi, il ministro religioso non lo denuncia. E anzi, gli aggiunge nel sacco due candelabri d’argento. È la svolta della sua vita. Jean Valjean scopre che non esiste solo il lato malvagio. 

Un uomo crede in lui. Un uomo ha riposto fiducia in lui. Anche se non la meriterebbe visto che gli ha appena rubato in casa. È una piccola frazione di esistenza dove una sola azione gentile riesce a cambiare il mondo. E così sarà. Aiutando l’ex-detenuto, quest’ultimo diventerà un altro uomo. Votato al lavoro. Al sacrificio. Ad aiutare il prossimo. A non abbandonare chi chiede aiuto. 

Ma per quanti sforzi si compiano, c’è sempre chi è pronto a giudicare e punire. Chi sbaglia, sbaglierà per sempre. Chi sarà mai allora questo inflessibile Javert (Russel Crowe)? Che cosa anima la sua tempra di pietra? Perché ha rinunciato al proprio cuore? Perché Jean Valjean non può cambiare e lui invece ne fu capace?

Glielo dice chiaramente, che conosce la gente come lui perché è stato in gattabuia. È nato in prigione ma adesso è un ispettore di polizia. Il suo mondo non conosce tonalità. Il mondo per lui è fatto solo di Javert e Jean Valjean. Per lui non c’è compassione né pietà.

La storia del mondo si ripete. Ritorna. Ricicla. In mezzo a battaglie alla brutalità dell’esercito capace di uccidere sulle barricate a sangue freddo anche il piccolo Gavroche (Daniel Huttlestone), c’è anche spazio per l’amore.

Quello impossibile di Éponine (Samantha Barks) per Marius, e quello a prima vista di quest’ultimo per Cosette. Lui, romantico antenato dei futuri Christian moulinrougiani. Pronto a fare di tutto pur d’incrociare ancora lo sguardo di quella sfuggente giovane ragazza.

Il sangue si è fermato. Troppo ne è sgorgato. Qualcosa nel mondo è già cambiato. Come a molti genitori capita, anche Valjean ha trovato nella figlia adottata Cosette la ragione della sua vita. E a motti rivoluzionari sedati, si consegna alla solitudine del convento pur di non segnare per sempre il destino della fanciulla con il proprio passato galeotto che potrebbe sempre tornare fuori. 

Ma il fato vuole che nel giorno delle nozze della ragazza con l’amato Marius, questi scopra dove si sia rintanato il vecchio Jean, e allora i due giovani corrono lì. Fioccano le lacrime. Calde. Contagiose. Senza ritorno. Un uomo vecchio e stanco ha compiuto la sua missione e mantenuto la promessa fatta a una madre morente. 

Oggi quella bambina impaurita incontrata anni or sono nel bosco è una splendida ragazza maritata, incapace di trattenere il pianto dinnanzi all’inevitabile destino di un uomo prossimo alla morte. E mentre si avvicina il fantasma di Fantine, si può solo desiderare di restare nel buio (della proiezione) il più a lungo possibile. Per lasciare ai propri sentimenti il tempo di adattarsi a un mondo dove non potremo più parlare, se non nei nostri cuori, con chi abbiamo amato.

E se “dalle piazze e dalle vie un nuovo canto si è ormai già levato, chiamando alla rivolta delle barricate un popolo ribelle”, per rompere le catene dell’odio dentro noi stessi e “avanzare contro ogni avversità al grido d'uguaglianza, fratellanza e libertà”, c’è bisogno di qualcosa o qualcuno più forte anche di un’idea. Gli occhi lucidi di Cosette.

Les Misérables - Javert (Russel Crowe) e Valjean (Hugh Jackman)
Les Miserables - Éponine (Samantha Barks)
Les Miserables - Cosette bambina (Isabel Allen)
Les Miserables - Jean Valjean (Hugh Jackman)
Les Miserables - Fantine (Anne Hathaway)
Les Misérables (2012, di Tom Hooper) - Cosette e Marius si sposano
il piccolo Gavroche (Daniel Huttlestone)
Les Misérables (2012, di Tom Hooper) - il popolo in rivolta

2 commenti:

  1. Però non si capisce se ti è piaciuto oppure no e soprattutto non ho capito come giudichi il film! (mentre la storia in sé mi pare di capire che ti piaccia!)

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  2. quello che non si scrive, si può intuire... e se non lo s'intuisce, che sia pure così... non trovo necessario scrivere se mi piace oppure no, anche perché è l'opinione di una persona come quelle di milioni di altre... se alle volte lo faccio, evidentemente ne sento la necessità... ogni film di cui scrivo ha la propria storia e il suo percorso narrativo ed è quello che m'interessa maggiormente :-)

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