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lunedì 20 maggio 2013

il somigliare agli altri non la salva

Giovanni Lindo Ferretti
“arene di spazi, bohemien e colline emozionali ci mettono sullo stesso piano/... come un mare polare dalla criptica felicità/... abbiamo compiuto diciotto anni in differenti momenti diversi ma conserviamo cicatrici prima ancora che la rivolta dei mufloni iniziasse a scandire i nomi della tua voce natalizia.../ nella terra del pane hai una foto dove assomiglio a una ragazza/…la forma della sostanza è il bassorilievo di uno scoglio, e io ho imparato che il metallo è leggero quanto il litio”...

Nella variegata cultura musicale italiana ci sono personalità mai state commerciali ma che hanno comunque lasciato una significativa impronta popolare. Giovanni Lindo Ferretti, storico cantante dei CCCP Fedeli alla linea, CSI e PGR, è uno degli indiscussi protagonisti. Non solo musica. Insieme al fedele chitarrista Massimo Zamboni, al suo fianco anche per l'intera durata del progetto Consorzio Suonatori Indipendenti, diede alle stampe il libro In Mongolia in retromarcia (2000, Giunti Editore), ispirato da un viaggio nel lontano stato asiatico e alla base dell’ultimo album targato CSI, Tabula Rasa Elettrificata (1997).

Fedele alla linea (2013)
Dalla musica al cinema. “Sono stato allevato cattolico e felice. Poi con l’adolescenza ho scoperto il mondo moderno e la vita”. Inizia così il trailer del documentario Fedele alla linea (2013, di Germano Maccioni), incentrato su Ferretti. Un dialogo basato su un’alchimia tra soggetto e regista che permette di intravedere quegli spazi, fisici e non, abitualmente celati, che restituiscono prospettive inusuali sulla persona. Pensiero politico-intellettuale e attitudine punk, cristianesimo e comunismo, musica popolare e letture salmodianti, palcoscenico e stalla: questioni esistenziali e storie famigliari tratteggiano un percorso anticonformista e coerentemente controcorrente.

Fedele alla linea sarà proiettato lunedì 20 maggio nella sala Movie A del Cinema Giorgione di Venezia (h. 17/19/21).

“…ma questi demoni sanno tanto d’amore e c’è chi li mistifica e chi li maledice, invece nelle strade coperte di foglie, tempeste capovolte spazzano le ombre sotto i miei occhi e preparano la macchia sulla mia mano a una maggior prontezza di riflessi/… La direzione della mia distanza è un rumore sintetico uscito dalla bocca/ …miagolii insorgono da dietro il cancello/ il vento verticale scende sulle spalle sorpassato e felice/… mi avvicino  al ciglio della tua sagoma/ in prossimità della tua corrispondenza, in prossimità del tuo zigzagare”

Fedele alla linea (2013) - G. L. Ferretti
Giovanni Lindo Ferretti, persona pubblica e uomo privato, negli anni ha disorientato fan e opinione pubblica manifestando un pensiero libero e forte, senza sottrarsi a critiche e fraintendimenti. Fedele alla linea è un dialogo intimo tra le mura di casa che ripercorre un intero arco esistenziale: dall’Appennino alla Mongolia, attraversando il successo, la malattia e lo sgretolarsi di un’ideologia. Il ritorno a casa infine, tra i suoi monti, per riprendere le fila di una tradizione secolare. Sullo sfondo il suo ultimo ambizioso progetto, Saga. Il Canto dei Canti, opera epica equestre che narra il legame millenario tra uomini, cavalli e montagne.

“Tra i frammenti del dimorare, adesso è la volta dei solai, dell’oro cerato, dei diversi linguaggi accostati. Tra le musiche della terra qualcuno ha inserito la radiografia del mio letto. Anche questo vorrà dire fare l’alba? Nell’operatività giornaliera da latte e biscotti, affronto lo spostamento quotidiano col mio passato remoto così ibridato in sentimenti epidermici. È la prepotente dimensione del Tempo. Esco dalla mia capacità solvente. Mi attende una nuova sequenza di immagini improntate e accartocciate sulla riva dove giocano i raggi di sole”.

Fedele alla linea (2013, di Germano Maccioni)

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