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giovedì 7 novembre 2013

Checco Zalone a catinelle

Sole a catinelle - Checco Zalone e Nicolò (Robert Dancs)
Stralunato. Controcorrente. Ottimista. "Divertentissimi". Nel film Sole a catinelle (2013, di Gennaro Nunziante), il pugliese Checco Zalone è più travolgente che mai.

di Luca Ferrari

I film comici sono una razza morente. Se si escludono i minestroni americani di mix di parodie alla Scary Movie, il panorama internazionale langue come non mai. Di nuovi Mel Brooks all’orizzonte non se ne vedono e nel Belpaese, a parte la collaudata (e obsoleta) formula della commedia agrodolce, non si vede altro. C’è chi poi viene al cinema (Aldo, Giovanni e Giacomo) ma sarebbe meglio restasse in teatro.

Lui no. Luca Pasquale Medici, barese classe ’77, in arte Checco Zalone è una piacevole sorpresa. Diretto per la terza volta da Gennaro Nunziante su altrettante pellicole interpretate, dopo Cado dalle nubi (2009) e Che bella giornata (2011), il 31 ottobre 2013 è uscita l’ultima fatica cinematografica del comico pugliese, Sole a catinelle.

Checco pensa in grande. Non si accontenta di fare le pulizie in hotel a Venezia. In tempo di crisi trova il coraggio di licenziarsi, con la moglie Daniela (Miriam Dalmazio) invece messa in cassa integrazione e sul conseguente piede di guerra a suon di proteste e movimenti sindacali. Così il vulcanico Checco trova lavoro come rappresentante di aspirapolvere, diventando nel giro di poco tempo il venditore dell’anno cui segue un (epico) discorso  di ringraziamento, con tanto di bocca storta alla Rocky Balboa pro Adriana.

La ruota della (s)fortuna però gira, e una volta esauriti i parenti a cui vendere il prezioso elettrodomestico, il buon Checco si ritrova a perdere tutto il lusso conquistato con inevitabile cacciata di casa dalla moglie. La coppia ha un figlio, Nicolò (Robert Dancs). Bravissimo a scuola. Sebbene in difficoltà, il “super-papà” fa una promessa. Se finirà l’anno con tutti 10, lo porta in vacanza. Così va e a dispetto del tentativo di fargliene togliere almeno uno dalla pagella, ogni promessa è debito.

Destinazione? Un posto di sei lettere. Parigi, Madrid, Londra, domanda entusiasta Nicolò in macchina. No, Molise. A casa della tirchia zia Ritella (Matilde Caterina). Si arriva allo scontro, con il premuroso Checco  che preso a parole dal figlioletto che gli dice chiaramente di “essersi rotto il cazzo”, lo abbraccia soddisfatto della sua prima parolaccia. Già pensavo di portarti dal logopedista, gli confessa (tra le risate generali del pubblico).

E quando di lì a poco Nicolò è pronto a imbarcarsi con degli amici della madre per una vera vacanza, questo “ladridibiclettanamente” ritorna dall’amato papà cominciando una nuova storia che li porterà a conoscere la bella Zoe (Aurore Erguy) e suo figlio Lorenzo (Ruben Aprea), quest’ultimo affetto da mutismo. Al primo incontro con Checco è subito svolta, riprendendo a parlare con la psicologa sbigottita.

Risate su risate. Un Checco Zalone in forma smagliante. Va bene anche se sei omosessuale, ma non comunista dice teneramente a Nicolò il presunto imprenditore Checco. Battute su battute, con quell’aria da eterno fuori posto tanto tra i ricchi (e ladri) imprenditori Piergiorgio Bollini (Augusto Zucchi) e Vittorio (Marco Paolini), quanto tra i suoi stessi conterranei. Checco entra perfino nella Massoneria, scambiata per Masseria, e a dispetto dei cappucci neri in testa, ringrazia per nome e cognome i suddetti neo-amici truffatori.

90 minuti di viaggio in un cinema diverso, dove non mancano i richiami all’Italia più contemporanea e lacerata (crisi del lavoro, classe media a mangiare dalla Caritas, mal costumi dei potenti), ma con una verve frizzante totalmente anomala per le commedie nostrane. E anche quando pensi al più scontato dei finali, la premiata ditta Zalone & Nunziante va oltre.

Un film da vedere. Un film da condividere. Un film per ridere anche quando non resta che la propria testa per andare avanti. Ecco, appunto.

Sole a catinelle - (da sx):
Zoe (Aurore Erguy), Lorenzo (Ruben Aprea), Nicolò (Robert Dancs) e Checco (Checco Zalone)

2 commenti:

  1. Un film che mi ha fatto sorridere.. forse è proprio l'ottimismo che manca ora :)

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  2. sottoscrivo Sara... l'ottimismo sano e mai banale di Checco è un toccasana :-)

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