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venerdì 3 aprile 2015

Io volo, tu voli con la famiglia Belier

La famiglia Belier (2014, di Eric Lartigau)
Quando il cucciolo vuole lasciare il nido, anche i genitori più libertini cedono a paure e dinamiche protettive, famiglia Belier inclusa.

di Luca Ferrari

Prima gli ostacoli, poi un decisivo sostegno alla realizzazione dei propri sogni. La famiglia Bélier (2014, di Éric Lartigau) è un film controcorrente. Una placida vita domestica. Niente adolescenti abbandonati a se stessi. Qualche scontro e incomprensione (in caso contrario saremmo nel campo della fantascienza e non più della commedia), ma senza quegli invalicabili muri comunicativi. E in questa vicenda “volendo”, ce ne potrebbero essere assai. Dei quattro componenti della famiglia Bélier infatti: mamma, papà e figlio minore sono sordomuti.

Paula (Louane Emera) è una ragazza con una vita davvero intensa. Va a scuola. Parla con i fornitori e chiunque si debba mettere in contatto con l'azienda di famiglia. Lavora nelle stalle, vende formaggi al mercato dove è la “voce” ufficiale dei Belier. A risentirne inevitabilmente, oltre a una certa attenzione in classe, anche la sua vita sociale concentrata quasi esclusivamente sulla leale e disinibita amica Mathilde (Roxane Duran).

Dovendo scegliere un corso supplementare, la giovane si iscrive al coro, animata dalla speranza di fare colpo sul coetaneo belloccio Gabriel (Ilian Bergala). Ma più che le non-parole, sono le note ad avvicinare i due. Il frustrato insegnante Fabien Thomasson (Éric Elmosnino) infatti, vede nelle loro doti canore potenziali sconfinati, e così i due adolescenti saranno in qualche modo obbligati ad avvicinarsi e conoscersi. Cantare e danzare insieme.

Commovente, si. Divertente, ancor di più. La famiglia Bélier è un film molto poco francese con ricche venature hollywoodiane. La stessa ambientazione potrebbe ricordare qualche prateria d'oltreoceano se non fosse per quella chiesa (e una certa successiva “Torre”) dal chiaro stile gotico che tradisce l'appartenenza geografica. Lo stesso finale appare fin troppo scontato anche se dolcemente toccante.

A impreziosire la pellicola d'Oltralpe poi, più che la protagonista, sono i due genitori: Rodolphe (François Damiens, Dio esiste e vive a Bruxelles) e Gigi (Karin Viard). Senza peli sulla lingua. Capaci di sparare commenti non esattamente “puritani” e perfettamente comprensibili per la “figlioletta” durante una visita ginecologica, senza risparmiarsi nel più tipico chiasso da sesso. E che dire dell’esilarante gioia materna quando a Paula vengono le mestruazioni? Gigi se ne va in giro a mostrare orgogliosa a tutti (Gabriel incluso) i pantaloni della figlia con macchie di sangue.

Non è da meno Quentin (Luca Gelberg), il fratellino minore di Paula che si dimostrerà piuttosto solerte nel voler insegnare a Mathilde il linguaggio dei segni, salvo poi scoprire a sue spese (di salute) una fastidiosa intolleranza. Se il quadretto familiare è quanto di più tenero e rocambolesco ci possa essere, qualcosa inizierà a cambiare quando a Paula verrà prospettata la possibilità di partecipare a un concorso di canto e in caso di successo trasferirsi a Parigi.

Puoi essere sordo o sentirci benissimo, la sostanza non cambia. Quando un passerotto vuole lasciare il nido, si mettono in moto dinamiche chioccia-protettive. Era così per la rigida famiglia indiana di Jess Bahmra (Parminder Nagra) di Bend it like Beckham (2002, di Gurinder Chadha – titolo storpiato orrendamente in Sognando Beckham; "bend" vuol dire "calciare"). È così per Paula, figlia di libertini francesi. E in entrambi casi è il padre a dimostrarsi il più propenso al cambiamento.

A tratti Paula sembra quasi la più matura della famiglia. Non è così. Di certo ha una vita differente dalle compagne di classe ma ha le debolezze della sua critica età. In quella canzone poi con cui si presenta alle audizioni per trovare il suo posto nel mondo, le parole “non scappo, volo” sintetizzano l'essenza adolescenziale: scelte, dolori e crescita. Ma se prima di cominciare un nuovo capitolo della propria vita avrai la fortuna di poter abbracciare ed essere abbracciato da tuo padre, tua madre e tuo fratello come in La famiglia Belier, non importa le lacrime che si verseranno insieme, potrai davvero raggiungere tutti gli obiettivi che vorrai.

Il trailer de La famiglia Belier

La famiglia Belier - (da sx) Rodolphe (François Damiens),
Quentin (Luca Gelberg), Gigi (Karin Viard) e Paula (Louane Emera)
La famiglia Belier - Paula (Louane Emera) e l'amica Mathilde (Roxane Duran)
La famiglia Belier - papà Rodolphe (François Damiens) e mamma Gigi (Karin Viard)
La famiglia Belier - Gabriel (Ilian Bergala) e Paula (Louane Emera)

1 commento:

  1. Vero, decisamente poco francese😉, con quel poco che ha di francese ne esce un prodotto fresco e originale. Tema, quello del distacco dalla famiglia, che non saprei dire dove altro sia stato trattato così

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