!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

venerdì 22 luglio 2016

Anna dai capelli rossi, un'amica speciale

Anna in mezzo alla natura
La conoscevo a stento, poi sono andato in Canada a casa della sua "mamma" Lucy Maud Montgomery. Lì ho incontrato Anna dai capelli rossi, un'amica davvero speciale.

di Luca Ferrari

Due lunghe trecce rosse. Due occhi grandi come solo chi possiede una sincera dimestichezza coi sogni può avere. Un cuore entusiasta a dispetto delle tante avversità vissute fin da tenerissima età. Il suo nome è Anna (Anne) Shirley. Non è una bambina impostata come le altre. La sua futura casa avrà il tetto verde. Dalla letteratura canadese all’anime giapponese. Un cine-viaggio degno degli “Astoriani” Goonies, benvenuti nel mondo speciale di Anna dai capelli rossi.


Quando ero bambino c’erano Goldrake, Mazinga, Jeeg, Daitarn 3, Trider G7. Come poteva un maschietto perdersi dietro la struggente Anna dai capelli rossi? Impossibile, o quasi. Gl’invincibili robot buoni che difendevano la Terra erano i miei eroi. La vita però è davvero strana e complice un incredibile viaggio nel Canada orientale, alla soglia (purtroppo) dei fatidici "anta", mi sono ritrovato a scoprire, commuovermi e guardare il vecchio cartone animato di Anna dai capelli rossi (1979, Nippon Animation). 

Ormai è quasi una tradizione. Durante un lungo viaggio "mi porto sempre dietro" qualcosa a tema. A Seattle salì in cattedra la serie de I segreti Twin Peaks, girato nella vicinissima North Bend (Wa). A Cuba fu l’apoteosi guardandosi a piccole dosi, ogni sera prima di coricarsi, il film Fidel (2002, di David Attwood). In Grecia scoprii Noi e la Giulia (di Edoardo Leo), colpevolmente non visto al cinema. Nei giorni scorsi, in Canada, l'indiscusso protagonista è stato il vecchio cartone animato Anna dai capelli rossi, adattamento per il piccolo schermo tratto dall’omonimo romanzo scritto da Lucy Maud Montgomery (1874-1942).

Anna la immaginavo solitaria, smunta e silenziosa. Pessima percezione o sbiaditissimo ricordo? Anna è logorroica, piena di fantasia e votata alla vita. Il suo nome è Anne Shirley, orfanella finita per errore dai fratelli Marilla e Matthew Cuthbert, nella placida cittadina di Avonlea, sull’isola del Principe Edoardo (meta finale del mio viaggio in terra canadese, ndr). Non più giovanissimi, fratello e sorella volevano adottare un maschio per avere un valido aiuto nel lavoro agricolo.

Superata l’iniziale timidezza sul calesse di Matthew venuto a prenderla alla stazione, Anna si scoglie e dinnanzi al meraviglioso panorama che le si presenta agli occhi (nella realtà è ugualmente incantevole, ndr) inizia a “mostrarsi” per quello che è. Una bambina vivace. Una bambina capace di dare un nome a tutto ciò che le sa toccare il cuore: lo stagno, un ruscello, una pianta. Se Matthew abbozza sorrisi sornioni sotto i baffoni barbuti, la sorella è molto più severa e rigida.

Quanto potrà durare Anna con la sua nuova famiglia, o meglio quanto Marilla e Matthew sapranno reggere l’uragano con lentiggini e capelli rossi? Passano poche puntate e pur con le inevitabili difficoltà, Marilla si ritrova ad ammettere che non saprebbe più immaginare la propria vita senza questa stramba ragazzina intorno. Malvista inizialmente dalle sue coetanee, il caso vuole che poco distante da casa viva Diana, con cui Anna instaurerà fin da subito un’imperitura amicizia.

Potrei andare avanti ancora per molte righe se solo avessi visto tutte le puntate, ma così non è. Sono ancora in visione. La sto ancora scoprendo. Devo ancora terminare la prima serie, comunque vedrò di non metterci troppo tempo visto che fra non molto Anna dai capelli rossi passerà dall’animazione alla realtà in carne e ossa, divenendo una nuova serie tv che sarà prodotta dall’emittente americana CBS con possibile sbarco nei primi mesi del 2017.

Intanto però io ho fatto un sopralluogo davvero unico e speciale. Giugno 2016. Atterrato a Montreal e noleggiata un automobile, ho attraversato le province del Quebec, New Brunswick e Nuova Scozia fino a raggiungere la Prince Edward Island, lì dove nella cittadina di Cavendish ha sede il complesso di Green Gables, il cui significato è “abbaini verdi”, altro titolo con cui il libro della Montgomery fu chiamato: Anna dai capelli rossi, Anna dei tetti verdi e appunto Anna dei verdi abbaini.

Lì c’è la casa coi tetti verdi. Il calesse. La natura. C’è tutto il mondo di Anna dai capelli rossi, raccontato successivamente anche nella bellissima serie Netflix, Chiamatemi Anna (Anne with an E, 2017-'20). Quel mondo che posso dire di aver visto per la prima volta proprio qui, in Canada, a Green Gables. La sera prima di fare l’ingresso in questo magico luogo ho visto la prima puntata. A Green Gables ci sono i sentieri in mezzo al bosco, e nel guardare la felicità di grandi e piccini, si capisce come lo spirito di quel romanzo e di Anna siano più vivi che mai nella memoria e nel presente.

E io oggi, qui, a Green Gables, ho trovato un’amica per sempre: Anna dai capelli rossi.

La sigla italiana di Anna dai capelli rossi

Matthew Cuthbert porta Anna a Green Gables
Green Gables (Cavendish, PEI - Canada): il calesse davanti la casa dai tetti verdi © Luca Ferrari
La casa dei Cuthbert con gl'inconfondibili tetti verdi
I fratelli Matthew e Marilla Cuthbert
Diana e Anna giocano insieme felici
Green Gables (Cavendish, PEI - Canada): la casa dai tetti verdi © Luca Ferrari
Anna Shirley sogna a occhi aperti nella sua abitazione coi tetti verdi