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martedì 8 maggio 2018

Infinity War, gli Avengers contro la dittatura

Avengers: Infinity War - il possente e spietato Thanos (Josh Brolin
Ogni dittatura subita è una forma di estinzione. La minaccia aliena è più forte che mai. Chiunque si schieri contro l’invincibile Thanos è il benvenuto a unirsi insieme agli Avengers in Infinity War.

di Luca Ferrari

Un tiranno spietato è deciso a prendersi le sei Gemme dell'Infinito e così sterminare metà dell'intero universo. Lui si vede come un benefattore. Nella sua folle visione l’intero mondo è sovraffollato ed è per questo che le risorse in ogni pianeta si stanno esaurendo. Qualcuno per fortuna non è d’accordo ma il semplice unire le forze non sarà sufficiente. Questa volta nemmeno il coraggio più audace potrà bastare per spegnere il progetto allucinante di questo alieno. Sarà una dura battaglia, sulla Terra e altrove. Questo è il tempo di Avengers: Infinity War (2018, di Anthony e Joe Russo).

Cinque anni or sono il possente Thanos (Josh Brolin) mandò Loki (Tom Hiddleston) a preparargli il campo sulla Terra. Dopo che l’Asgardiano ha rimediato una sonora sconfitta, adesso è arrivato il momento di fare da sé. Un pianeta dopo l’altro, cadono tutti e la situazione è sempre la stessa. Metà popolazione vive, metà muore. Una dopo l’altra, Thanos punta alle Gemme dell’Infinito. Adesso è il turno della Terra, due delle quali sono custodite da Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) e Visione (Paul Bettany).

Anche il possente Thor (Chris Hemsworth) subisce l’atroce punizione distruttiva di Thanos e i suoi spietati sgherri, e a dispetto della strenua resistenza opposta insieme al sempre ambiguo fratellastro, il leale Heimdall (Idris Elba) e Hulk (Mark Ruffalo), finisce in una letale disfatta. Divisi e mal ridotti, il gigante verde, una volta rientrato sulla Terra, riesce a mettere in allarme i non più amici Tony Stark-Iron Man (Robert Downey Jr.) e Steve Rogers-Captain America (Chris Evans), sebbene in modi non del tutto classici e dopo le prime scaramucce spaziali con questi nuovi e atroci nemici.

Malridotto e mezzo morto intanto, il dio del tuono s’imbatte per puro caso nella salvifica astronave dei guardiani della galassia al gran completo: Peter Quill-Star Lord (Chris Pratt), Drax il Distruttore (Dave Bautista), il procione Rocket (voce originale di Bradley Cooper), il mix arboreo-umano Groot (voce originale di Vin Diesel), ora adolescente e sempre con un videogioco tra le mani-radici, Mantis (Pom Klementieff) e Gamora (Zoe Saldana), figliastra di Thanos e attesa da un doloroso incontro con Nebula (Karen Gillian). La coalizione è necessaria.

Di fronte a un nemico tanto potente, tornano tutti in campo: Natasha Romanoff-Vedova Nera (Scarlett Johansson), il giovane Peter Parker alias Spider-Man (Tom Holland) che presto si pentirà di aver disertato la gita scolastica per aiutare il suo padrino supereroico. A difendere la gemma custodita nella testa di Visione si uniranno anche la sua amata Wanda Maximoff-Scarlet (Elizabeth Olsen), il "Soldato d'Inverno" Bucky (Sebastian Stan), Sam Wilson-Falcon (Anthony Mackie), James Rhodes-War Machine (Don Cheadle) e T'Challa-Pantera Nera (Chadwick Boseman) insieme a tutti i guerrieri di Wakanda.

Tutti sfidano Thanos. Una battaglia per riequilibrare l’universo. Una battaglia dove i sentimenti dimostrano di avere ancora qualcosa da dire. La domanda è: ci saranno anche domani? La sfida è impari ma l’umanità la affronta comunque e quando Captain America blocca il pugno di Thanos, già forte di 5 gemme su 6, non si può non riflettere su cosa rappresenti questa azione. È il coraggio di affrontare qualcuno più forte di te. È il coraggio del singolo capace di non abbassare lo sguardo dinnanzi alla prepotenza. La volontà di Steve Rogers è il seme che ciascuno dovrebbe far piantare dentro di sé per non lasciare questo mondo in mano agli spietati.

Dopo essersi concentrati su Captain America (The Winter Soldier, 2014), testando il film corale nel non troppo convincente scontro fra amici-supereroi, Captain America – Civil War (2016), questa volta i fratelli Anthony e Joe Russo li hanno chiamati tutti a raccolta. Vendicatori, Guardiani della Galassia, Black Panther e il regno di Wakanda, nessuno escluso. Il risultato è un film intelligente, capace di spaziare con abilità tra azione, dramma e ironia. Attingendo alla tavolozza di emozioni umane lasciando al proprio vissuto, identità o valori che si preferisca, qualche ulteriore valutazione.

Se l’inarrivabile The Avengers (2012, di Joss Whedon) sorprese chiunque riuscendo a gestire alla perfezione la presenza di almeno 7 indiscussi protagonisti, qui la sfida era ancora più massiccia. Ammirevole l’operato dei due sceneggiatori, Christopher Markus & Stephen McFeely, che hanno saputo mantenere più segmenti narrativi senza mai scivolare nella confusione o il pressapochismo. Thanos, ottimo villain ma il primo Loki è di un’altra razza. È proprio la sua infida umanità a renderlo così dannatamente superiore a chiunque.

Chi è Thanos? Un bullo. Un mafioso. Un potente ignorante che ritiene di aver capito tutto e che, sfortuna per l’universo, è in grado di poter sacrificare miliardi di creature viventi. Chi è Thanos? È la scelta sicura. Thanos è il lasciar fare le cose sporche a qualcun altro, sperando di essere dalla parte giusta (viva) al momento delle sue inattaccabili decisioni. Chi è Thanos? È l’ennesimo megalomane che si erge a divinità e tutti devono fare come vuole lui. In alternativa, c’è sempre la valida morte.

Chi sono gli Avengers o comunque tutti coloro che combattono Thanos? Sono i partigiani. È la ribellione che insorge. Chi sono i rivali di Thanos. Sono persone che occupano un posto molto particolare nella società o non ce l’hanno ancora così definito, fatta eccezione per il regno di Wakanda, comunque un piccolo mondo a parte. Sono l’ispirazione per un mondo che crede ancora nell’unità delle genti e che insieme si possa guardare a una nuova alba dell’umanità.

Con la complicità della rete e l’ignoranza sempre più dilagante, menti acute e studiose, o più semplicemente esperte manipolatrici, si ergono a guide integerrime delle genti con fin troppa facilità. Gonfiano il petto e lanciano slogan. Fanno del proprio fine una strada a senso unico oscurando un valore universale ormai sempre più sbiadito, l’umanità. Impongono la propria legge schiacciando la testa di chiunque non sia un riflesso esecutivo del proprio sé .

L'altro schieramento al contrario sono amici. Sono ex-colleghi. Sono instabili ma con un alto senso del rispetto reciproco e cosa più nobile, non si colpiscono alle spalle. A parole sono degli anarchici, nei fatti sono una squadra. Bella parola questa, squadra. Al giorno d’oggi nessuno sa più cosa significhi davvero. Tragicamente sostituita dalle sorellastre come gang, banda, branco, etc. Una vera squadra è in primo luogo un gruppo di persone capace di sacrificare la propria vita per un compagno o qualcuno più debole.

A seconda della propria ideologia (…), oggi i modelli che vanno sono ancora i Putin, i Berlusconi, i Trump. Perché sorprendersi dunque se in Italia sono stati dimenticati gli atroci orrori del Fascismo, ben esportati per altro in terra etiope, spagnola, slava e greca? Al 2018 per la maggior parte della gente, la soluzione è il dittatore dell’universo. Che poi questo uccida senza pietà non fa nessuna differenza. Thanos è vivo e vegeto, ma dei guardiani della libertà e soprattutto dell’umanità, si sono perse le tracce ormai da un pezzo.

Avengers: Infinity War (di Anthony e Joe Russo) si è ampiamente guadagnato il diritto di riportarci al cinema per la seconda e ultima parte della battaglia. Bisognerà aspettare la primavera 2019 per conoscerne l'esito. Nel frattempo si potrà ingannare l’attesa con Ant-Man and the Wasp e Captain Marvel, rispettivamente in uscita nell'agosto di quest’anno e il marzo prossimo. E noi qui, alle prese con mille dittatori e dittature, cosa facciamo? Guardiani dell’umanità e della libertà, uscite allo scoperto e uniamoci.

Il trailer di Avengers: Infinity War

Avengers: Infinity War - Steve Rogers Captain America (Chris Evans) blocca la mano di Thanos

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